Il Signore degli Anelli

« Older   Newer »
  Share  
Irina Festner
view post Posted on 4/4/2013, 18:18






Il Signore degli Anelli
~J. R. R. Tolkien~



Il Signore degli Anelli (il titolo originale in inglese The Lord of the Rings) è una grande saga epica fantasy dello scrittore inglese John Ronald Reuel Tolkien, ambientata alla fine della Terza Era, nella Terra di Mezzo.
Il titolo dell'opera rimanda all'Oscuro Signore Sauron, il principale "cattivo" della vicenda, che creò l'Unico Anello col fine di controllare gli altri Anelli del Potere.

jpg

Tre anelli al re degli Elfi sotto il cielo che risplende,
Sette ai principi dei Nani nelle lor rocche di pietra,
Nove agli Uomini Mortali che la triste morte attende,
Uno per l’Oscuro Sire chiuso nella reggia tetra
Nella terra di Mordor, dove l’Ombra nera scende.
Un Anello per domarli, Un Anello per trovarli,
Un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli,
Nella terra di Mordor, dove l’Ombra nera scende.



AMBIENTAZIONE



Il libro si svolge in un mondo fantastico, la Terra di Mezzo popolata da diverse razze di cui quattro sono quelle principali: gli uomini, gli elfi, i nani e gli hobbit. Questi ultimi fisicamente sono simili a degli uomini in piccolo, ma con grandi piedi pelosi. Al centro della vicenda c'è l'anello del potere che casualmente si trova nelle mani di un hobbit: Bilbo Baggins. L'anello ha una caratteristica: se viene messo al dito rende invisibili rendendo il portatore in grado di percepire il mondo degli spiriti. Se utilizzato dal suo creatore (Sauron) o da un esperto di magia però, conferisce un potere senza limiti.

CURIOSITA’



L’autore, J.R.R. Tolkien, fu inspirato dall’alfabeto runico per creare il proprio sistema di scrittura, adattato alle sue lingue elfiche (e di conseguenza alla lingua dei Nani, il Khuzdul). Tolkien sembra avere volontà di costruire una «grande mitologia anglosassone ma sembra essere soddisfatto di prendere così come è il sistema anglosassone, quindi, lo aggiusta e lo completa secondo le proprie necessità, Questo elemento linguistico, per una non parte trascurabile, fu all'origine del successo de Il Signore degli Anelli e dello Hobbit, specie presso i giovani lettori inglesi. Gli anglofoni, infatti, possono anche provare a decifrare queste iscrizioni che, nella loro “estraneitàà2 hanno pur sempre qualcosa di “familiare”.

LUOGHI



La Contea: un eden in cui Frodo (come Bilbo in “Lo Hobbit”) si trova bene e che non vorrebbe mai lasciare. L’intervento di Gandalf e la pressione di un male lontano che diventa sempre più potente lo costringono a lasciare la sua terra per un viaggio dalla destinazione ignota. Quando, finalmente, gli hobbit riusciranno a fare ritorno, si troveranno, come Ulisse, in un luogo da cui sono stati come spodestati e in cui imperversa la violenza. Anche dopo aver riportato la pace, Frodo non si sentirà più a suo agio e sentirà il bisogno di partire ancora. Sotto questo aspetto, “Il Signore degli Anelli” può essere considerato un «romanzo senza idillio», allo stesso modo di “I Promessi Sposi”.
Le Terre di Transizione, ossia oaesi che la Compagnia dell’Anello attraversa e dove si trovano in egual misura insidie e aiuti, malvagità e personaggi positivi. Vi aleggia un’atmosfera di incertezza, più che di paura, e i personaggi sono portati a diffidare di tutti. Sono inseguiti dalle spie del Nemico, che però è ancora lontano dal centro del suo potere, ma incontrano anche Aragorn, travestito da viaggiatore sotto il nome di Grampasso. Anche Gandalf, in questo luoghi, è chiamato con un altro nome e anche questo non fa che intorbidare la situazione.
Terra di Mordor, che poi è la meta del viaggio perché il Monte Fato si trova in questo territorio desolato e spettrale, in cui è palpabile la paura. Frodo e Sam restano soli a fronteggiare il Nemico nella sua stessa terra, con l’infido Gollum come unica guida. I due hobbit devono temere tutto ciò che li circonda: i servi del nemico (Orchetti e Nazgul), i luoghi (paludi, pareti rocciose) e della loro stessa guida, nonché della loro anima soggetta sempre più alla tentazione dell’Anello.


PERSONAGGI



Gli Hobbit
Gli Hobbit, sono creature pacifiche, gioviali e molto golose che amano la Contea dove vivono e di rado se ne allontanano. Essi sono molto soggetti alla corruzione del male, lo imostra l’influena nefasta che l’Annelo esercita su coloro che lo hanno posseduto, ma sono anche capaci di atti di eroismo e grande coraggio.
La scelta di rendere portatore dell’Anello uno hobbit, coinvolge gli “umili” nelle vicende dei potenti non come vittime, ma come personaggi di importanza capitale che, tramite la rinuncia del male, possono arrivare a modificare il corso della storia ribaltando i maligni disegni dei potenti.
Frodo Baggins, nipote adottivo di Bilbo, è astuto e coraggioso, ma si espone per troppo tempo al potere dell’anello per poterne rimanere immune e ne cade in parte vittima, soprattutto a causa della mancanza di una guida quale avrebbe potuto essere Gandalf. I nomi dei suoi servitori Peregrino Tuc, Meriadoc e Samvise sono sostituiti da famigliari diminutivi soprattutto per renderli figure semplici e affettuose, un po’ distanti dalle altre figure epiche e più vicini al nostro mondo
Un altro personaggio fondamentale che, in un certo senso può essere considerato la nemesi del protagonista, è Gollum, hobbit divorato dal potere dell’anello e dilaniato tra il bene, di cui pure resta traccia nel suo animo, e il male che va sempre più impossessandosi di lui. Questo spasmo interiore si manifesta attraverso le sue parole, pervase da uno spiccato dualismo (Gollum/Smeagol, singolare/plurale). La scelta di farlo redimere sarebbe stata non fuori luogo, ma sicuramente banale. L’antagonista che, all’ultimo momento, si riscatta dalla sua malvagità è un topos letterario e cinematografico fin troppo usato, così Tolkien decide di prendere un’altra strada: il male che si ritorce contro se stesso ed è causa della propria rovina. Il tentativo di redenzione di Gollum fallisce e ciò lo porta alla morte.
Bilbo Baggins è un vecchio hobbit pieno di ricordi la cui vecchiaia provoca un po’ di malinconia per il passato. E’ fortemente tentato dal potere dell’anello, ma non ne è schiavo grazie all’influenza dell’amico Gandalf: infatti, consegna di sua spontanea volontà l’Anello al nipote, dopo averlo sottratto a Gollum e custodito per anni (ne “Lo Hobbit” Tolkien ne narra le vicende).
.Sam è un altro portatore dell’Anello, ma si sottrae, anche se a fatica, dalla tentazione del potere, soprattutto spinto dal grande affetto verso il suo padrone.
Pipino e Merry sono ugualmente caratterizzati dalla fedeltà di servitori, ma non più con Frodo, dal quale si sono dovuti separare. Il loro eroismo in battaglia li distingue soprattutto perché il loro aspetto di Mezzouomini cela la loro grandezza d’animo.
Gli Uomini
In tutto il romanzo, gli Uomini non fanno un’impressione egregia e si dimostrano esseri fragili, soggetti più di altri alla tentazione del male. Tra di loro, comunque, non mancano individui di grande valore. L’ambiguità dell’uomo si manifesta nella sua grande complessità attraverso personaggi incarnanti il bene e altri chiaramente corrotti al male.
Aragorn è forse la figura politicamente più potente nella guerra, perché è proprio il Re d’Occidente cui Sauron vorrebbe usurpare sul trono. E’ in grado di mascherare il suo aspetto in modo tale da non far trapelare nulla della sua innata e regale maestà. E’ amico di Gandalf e cerca gli Hobbit per aiutarli e ottenere aiuto. La sua investitura è accettata semplicemente perché lui solo è in grado di curare le ferite inferte dal Nemico, capacità che una profezia attribuisce solo al legittimo sovrano. Ha una forza d’animo non comune, tanto da giungere a sfidare apertamente Sauron guardando all’interno della sfera che mette in contatto con la mente del nemico.
Ainur
Questo termine in lingua Quenya significa “i primi” e designa degli spiriti di natura divina, che sono i diretti rappresentanti di Eru Ilúvatar in Arda.
Saruman, invece, è una figura psicologicamente più complessa. Il suo desiderio di potere è intriso di paura per il Nemico, che lo porta a diventare suo servo. La sua saggezza di stregone è indiscussa (sa di non potersi impossessare dell’anello e quindi desidera solo una parte del potere che da esso si può sprigionare), ma chiaramente si volge al male utilizzando nel modo sbagliato la sua abilità e la sua intelligenza. La disfatta di Saruman, però, è dovuta solo all’errore di aver sottovalutato Gandalf che lo priva del suo potere di stregone e lo lascia come un traditore agli occhi di tutti (Sauron compreso). La sua morte è misera, per un uomo del genere, ed è derivata dalla convinzione errata di poter esercitare il suo potere anche dopo averlo perso.
Gandalf è il personaggio più potente, a parte il Nemico, e incarna il bene più puro del romanzo. Sfiora la morte e ne esce talmente potente da spodestare il suo maestro volto al male, Saruman. Acquista la carica più alta del consiglio assieme al titolo di “bianco” (emblematico) e si rende protagonista di un “salto di qualità” come stregone e come guerriero. Senza la sua guida (dopo Moria), la compagnia diventa più debole, ma non certo indifesa. La sua presenza è soprattutto motivo di conforto morale e spirituale.
Elfi, nani & altre strane creature
Galadriel, conosciuta anche come Custode di Nenya o Dama di Luce, detiene un grande potere e le piace esercitarlo, insieme al suo sposo, Sire Celeborn, insieme al suo sposo Sire Celeborn, regna su Eregion e Lórien, Sonda la mente dei suoi alleati alla ricerca di tentazioni e debolezze, ma ha anche una forza di volontà tanto grande da rifiutare la tentazione di Frodo, che le offre l’Anello. Al suo dito ve n’è un altro (uno dei tre ai re degli elfi) e lei sa che, con la distruzione dell’Unico, anche lei perderà parte del suo potere. Ciononostante, comprende quale sia la scelta giusta e la accetta.
Figure simili ma diverse sono Legolas l’Elfo e Gimli il Nano. L’amicizia tra i due spezza un antico odio che affonda le sue radici in tempi molto anteriori rispetto a “Il Signore degli Anelli” . La forza d’animo (e la testardaggine) che accomuna i due, li rende talmente simili da far scordare il fatto che appartengano a due specie diverse. La gentilezza di Gimli nei confronti della bella Dama Galadriel (regina degli Elfi) rende completo l’armistizio. Si tratta di una lezione di pace che non può non richiamare alla mente per contrapposizione la vicenda dei capponi di Renzo. Contro un potente nemico comune bisogna dimenticare le proprie rivalità e non assecondare il concetto di “Divide et impera”, noto fin dal tempo dei Romani. Nemici in lotta tra loro sono vinti in partenza.
Tom Bombardi è una strana potenza della natura che sembra non curarsi di ciò che normalmente viene considerato importante. Aiuta gli Hobbit solo finché si trovano nel suo territorio ma, a detta di Gandalf, non potrebbe in alcun modo essere coinvolto nella guerra in quanto non sente alcun interesse per ciò che accade al di fuori dei suoi domini. Fosse anche una lotta contro il Male.


the-lord-of-the-rings-the-fellowship-of-the-ring-original

LA TRAMA



La Compagnia dell’Anello - Il primo libro della trilogia segue, a distanza di qualche anno, le avventure narrate ne 'Lo Hobbit', romanzo che per la prima volta ci fa conoscere gli Hobbit e la famiglia Baggins in particolare. Bilbo Baggins, infatti, protagonista della prima avventuta di Tolkien e, ormai prossimo a festeggiare il suo 111° Compleanno, decide di organizzare una grandiosa festa nel giardino di casa sua. Alla festa sono invitati tutti gli abitanti della piccola cittadina di Hobbiville compreso Frodo, cugino di Bilbo Baggins, che compie gli anni il suo stesso giorno (22 settembre). Durante la festa però accade un fatto sorprendente che lascia tutti a bocca aperta ed il fiato sospeso; Bilbo scopmpare all'improvviso, dopo il suo discorso e sotto lo sguardo sbigottito di tutti i presenti. Come avrà fatto?
Infatti, dopo aver salutato tutti gli amici e i parenti, Bilbo si infila al dito uno strano anello, proprio quello da lui trovato tanti anni prima, nella grotta di Gollum, e che ha il potere, tra gli altri, di rendere invisibile chi lo infila. Quest'Anello è però L'Unico Anello, forgiato da Sauron in persona in epoche remote per controllare tutte le razze e i popopli della Terra di Mezzo attraverso gli altri Anelli del potere, siano essi posseduti da Elfi(tre), Nani(sette) o Uomini(nove). L'Anello, non senza difficoltà, viene ceduto, per ordine di Gandalf, al cugino Frodo, che, come Bilbo, ne ignora la vera natura, fin quando Gandalf stesso, lo stregone amico di Bilbo e Frodo, non comprende di che Anello si tratta e ne illustra la vera natura a Frodo, il quale decide di partire per una missione disperata nel tentativo di impedire all'Oscuro Signore di Mordor, che nel frattempo si era risvegliato dopo l'ultima sconfitta nella quale aveva perso proprio l'Anello, di rientrarne in possesso.
Così Frodo ed altri tre hobbit, il giardiniere ed amico Sam Gangee, Pipino e Merry, si incamminano lungo la strada che dovrebbe portarli come prima meta del viaggio alla città di Rivendell (Gran Burrone) dove li dovrebbe attendere Gandalf. Ma già dai primi passi percorsi il viaggio si presenta estremamente pericoloso. Frodo e i suoi compagni sono infatti inseguiti dai Cavalieri Neri, gli Spettri dell'Anello, gli antichi portatori degli anelli del potere ormai del tutto corrotti da Sauron. A Gran Burrone vengono avvicinati da Aragorn, che da quelle parti è chiamato Grampasso, un Ramingo del Nord amico di Gandalf e da lui inviato al suo posto per proteggere gli Hobbit.
Giunti a Gran Burrone i tre amici possono finalmente riunirsi a Gandalf. Qui Elrond il Mezzoelfo, maestro di sapienza nella Terra di Mezzo, convoca un consiglio di tutti i rappresentanti delle genti libere della Terra di Mezzo per decidere di come liberarsi della malefica presenza di Sauron. A tal fine il consiglio decide che l'Anello deve essere gettato nella Voragine del Fato, sul monte Orodruin, nel bel mezzo della Terra di Mordor. Distruggerlo è infatti l'unica possibilità per gli esseri viventi di allontanare per sempre Sauron. Per una missione così delicata viene formata la Compagnia dell'Anello, composta da 9 membri - i 4 Hobbit, Aragorn, Gandalf, Legolas l'Elfo, Gimli il Nano e Boromir di Gondor
Purtroppo però, mentre Gandalf scopre il mistero dell'Anello di Bilbo, Sauron viene a conoscenza del ritrovamento dell'Unico Anello grazie alla confessione coatta di Gollum, un ex Hobbit ed ex portatore dell'Anello, ed invia al suo recupero i Nazgul, i 9 schiavi dell'anello. Nel frattempo la Compagnia deve guardarsi dalla cupidigia di Saruman il Bianco, vecchio amico di Gandalf ed ora fermamente convinto di poter controllare il potere di Sauron grazie alle facoltà dell'Anello.
Durante l'attraversamento delle Miniere della città di Moria (Khazad-dum nella lingua dei Nani), la compagnia perde Gandalf, precipitato in un abisso per salvare i suoi compagni dal malefico Balrog, creatura creata da Morgoth, il malvagio dei Tempi Remoti di cui Sauron era solo un servitore prima che Morgoth fosse sconfitto. Giunta nei pressi delle cascate di Rauros sul Grande Fiume Anduin, la Compagnia si scioglie perché Frodo assieme al suo servitore Sam Gamgee decidono di intraprendere la missione da soli, per non mettere in pericolo gli altri (a dire il vero, l'idea iniziale di Frodo era di partire solo, ma è impossibile allontanare Sam dal suo padrone...).

Le Due Torri - Da questo momento in poi La compagnia si scioglie, e le avventure si dividono. Il valoroso Boromir, prima della fuga di Frodo aveva cercato di impadronirsi dell'Anello, ma si riscatta pienamente dalla sua colpa salvando la vita a Merry e Pipino, gli altri 2 Hobbit della compagnia e perdendo la propria. Aragorn, Gimli e Legolas si lanciano all'inseguimento degli Orchetti che hanno portato via i due piccoli Hobbit. Lungo la strada incontreranno molti uomini e molte gesta audaci, tra cui la difesa del Fosso di Helm insieme al Re Theoden del Mark di Rohan, e al ritrovato Gandalf, che non era morto come lo credevano i suoi amici, ma anzi era tornato più saggio e potente di prima. Nel frattempo Merry e Pipino che sono riusciti a fuggire, trovano soccorso presso esseri giganteschi, per metà umani e per metà vegetali, gli Ent. Frodo e il devoto Sam invece, si imbattono in Gollum (il cui vero nome ormai dimenticato era Sméagol) il quale, dopo aver cercato di riprendersi il malefico oggetto, decide di aiutare Frodo e Sam nell'attraversamento delle Paludi Morte fino alla Terra di Mordor.



Il Ritorno del Re - Nel frattempo, innanzi alle porte della città di Minas Tirith, capitale dell'antico reame di Gondor dopo la caduta di Osgiliath ad opera di Sauron durante l'Ultima Alleanza tra Elfi ed Uomini, Aragorn e gli altri affrontano la grande battaglia contro il Nemico, per tenere lontana la sua attenzione dalla vera Missione, e così, si combatte la grande battaglia nella quale viene sconfitto il capitano degli eserciti di Mordor, Re degli Spettri dell'Anello, Negromante, per mano di Dama Eowyn, sorella di Eomer di Rohan. Perde la vita però anche il Sire del Mark, Theoden, e al suo posto diviene Re proprio Eomer, mentre Faramir, secondogenito di Sire Denethor, sovrintendente di Gondor, e fratello dello scomparso Boromir, diviene sovrintendente alla morte di Denethor, caduto in preda alla follia. Dopo aver riportato questa vittoria insperata, gli eserciti dell'Ovest capitanati da Aragorn, discendente dei Re di Gondor e pretendente al titolo, si muovono per far guerra a Sauron innanzi alle porte di Mordor.
Durante questa battaglia, quando il male sembra avere il sopravvento, improvvisamente gli eserciti del Nemico si arrestano disorientati. L'Anello è caduto nel fuoco. Frodo ha compiuto la sua Missione, e Sauron è definitivamente battuto. Il male è stato sconfitto definitivamente. L'occhio di Sauron, che fino a quel momento aveva continuato a fissare il mondo, si chiude e torna finalmente la pace nella Terra di Mezzo.
Prima che le esplosioni del Monte Fato uccidano i due Hobbit, il re delle aquile, mandato da Gandalf, li salva e li porta a Gondor.
Lì, Frodo e Sam si svegliano giorni dopo e ritrovano Gandalf, che credevano morto dai tempi di Moria. Scoprono che Grampasso è in realtà il Re Aragorn e, dopo sontuosi festeggiamenti, tornano alla Contea con Pipino, Merry e Gandalf. I cinque, che per abitudine ormai cavalcano armati, sono accolti con sospetto e timore dagli abitanti di Brea. Omorzo Cactaceo accoglie i cinque con molta gioia, ma spiega loro che da tempo la situazione nella Contea non è più quella di un tempo. Prima di entrare nella Contea, Gandalf li lascia e procede verso Tom Bombardil, vecchio amico che non vedeva da tempo. I quattro hobbit trovano la loro casa usurpata da avidi guardiani al servizio di Sharkey. Chi sia questo hobbit, i quattro non lo sanno, ma procedono spediti verso Casa Baggins e, con l’aiuto della gente e della loro acquisita abilità militare, scacciano tutti i guardiani. Giunti alla porta, scoprono che Sharkey è in realtà ancora Saruman, con il suo maltrattato servo Vermilinguo. Scacciato di nuovo, lo stregone decaduto viene ucciso dal suo servo, stanco dei maltrattamenti. Prima che Frodo possa dire qualcosa, gli hobbit uccidono Vermilinguo.
La pace è ristabilita, Sam si sposa ed ha una figlia e la Contea è rinverdita dalla sua abilità di giardiniere, aggiunta ad un dono di Dama Galadriel: una polvere per rendere fertile una terra improduttiva. Nonostante ciò, però, Frodo non si sente soddisfatto e riparte per andare oltre il mare con Bilbo e, all’ultimo momento, anche Gandalf si unisce a loro. In questo frangente si scopre che lo stregone era in realtà sin dall’inizio il Portatore del terzo anello degli Elfi, che si credeva perduto.


COMMENTO



L’Unico Anello è il simbolo di un potere malvagio e fuorviante: infatti, nel momento in cui lo si possiede, si diventa suoi schiavi e non ci si può più separare da esso. L’Anello promette grandi poteri, chi lo indossa diventa invisibile, o meglio irraggiungibile. Non è più un figlio della terra ma si ritrova in una dimensione oscura fuori dal tempo e dallo spazio, questo potere lo separa da tutto ciò che lo legava al modo per vincolarlo all’Anello. I sentimenti positivi si trasformano nel loro esatto contrario, così l’amicizia si muta in invidia, l’affetto in rancore e la fiducia in diffidenza.
L’Unico Anello del Potere, non a caso, è stato forgiato da Sauron per il Male e necessita di una grande forza mentale per essere utilizzato; anche la mente più pura, però, rischia di esserne consumata perché il potere si autoalimenta e sceglie autonomamente di passare da un portatore all’altro, tentando e usando le menti a suo piacimento. Gli altri anelli dipendono in parte dal potere centrale e ne sono completamente assoggettati, finché l’Unico si trova al dito di un individuo in grado di sfruttarne a pieno lo straordinario potere. Una volta distrutto l’anello più potente, gli altri diventano in parte meno prestigiosi, ma sicuramente più liberi. La rinuncia al male, quindi, senza dubbio toglie una parte di potenziale potere, ma conferisce la capacità di dominare quello che si ha, senza esserne soggiogati.
Agli occhi dei lettori più superficiali “Il Signore degli Anelli” può sembrare un libro per bambini con mostri, elfi e strane creature di ogni genere, ma costoro sbagliano di grosso, perché questo è un libro per tutti coloro che sanno lasciarsi trasportare dalla fantasia, non a caso, questo romanzo epico è considerato il capostipite del genere fantasy. Vi consiglio caldamente di leggerlo, ma non vi lasciate spaventare dalle tantissime pagine (la trilogia ne ha circa 1200 pagine cui vanno aggiunte le varie appendici, altre 130 pagine circa) e dalla lentezza iniziale della narrazione perché, superato il primo scoglio, sarete proiettati in un modo magico e non potrete più tornare alla realtà, prima di sapere come andrà a finire… e anche allora, ve lo assicuro, non sarà né semplice né indolore, perché i personaggi e i luoghi tratteggiati da Tolkien conquisteranno i vostri cuori e le vostre menti. È un romanzo al di fuori del tempo, in cui fiaba e leggenda, tragedia e poema cavalleresco si intrecciano in modo mirabile per formare una nuova ma eterna alchimia, un 'allegoria della condizione umana che ripropone miti antichi che sono sempre attuali.


il-signore-degli-anelli-la-trilogia-2003-it-front-cover-55689


Scritta da Maya Moony

Edited by Irina Festner - 6/4/2013, 01:19
 
Top
0 replies since 4/4/2013, 18:18   831 views
  Share