La punteggiatura fa la differenza!

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Maya Moony
view post Posted on 14/5/2013, 02:12




La maggior parte degli errori di punteggiatura derivano dall’idea parzialmente sbagliata che essa riproduca nel testo scritto le pause di un’eventuale lettura ad alta voce. Invece, i segni di interpunzione innanzitutto sono segnali logici veri e propri che collegano, separano, articolano i diversi elementi del testo scritto. Certo, suggeriscono anche delle pause, che sono peraltro distinzioni logiche prima che appoggi della lettura.


Virgola ( , )

La virgola (detta nel passato anche piccola verga) indica una pausa breve ed è il segno più versatile: infatti, può agire all'interno della proposizione, ma può anche travalicarne i confini e diventare elemento di organizzazione del periodo nella sua funzione di cesura fra le diverse proposizioni.

1) Separa i termini di un elenco nelle enumerazioni e descrizioni; di solito l'ultimo elemento è preceduto dalla congiunzione "e".
Esempi:
Ho comprato pane, latte, zucchero, caffè e cacao.
Era un uomo di mezza età, alto, magro, vigoroso, con un viso di falchetto, il naso aquilino, la pelle scura.


2. Si trova utilizzata per separare proposizioni coordinate per asindeto, ossia in assenza di connettivi coordinanti, in testi “poco vincolanti”; nelle
scritture professionali si utilizzano a questo scopo solo il punto e virgola, i due punti o il punto fermo.
Esempi:
Mio fratello abita a Milano, mia sorella a Torino, i miei genitori sono morti.
I grandi mezzi di comunicazione di massa sono generalmente oggetto delle lamentele dei puristi: vengono accusati di inquinare la lingua con il loro uso di parole straniere o dialettali”.


3) Serve per separare un vocativo dal resto della frase.
Esempi:
È ora di studiare, Irina.
È arrivata la zia, Phoebe.
Ricordati, Edward, il giornale.


4) Si inserisce dopo un avverbio, una locuzione avverbiale, un'interiezione, un complemento circostanziale, posti in inizio di frase o per separare un sintagma autonomo.
Esempi:
Intanto, nella casetta di Lucia, erano stati e messi in campo e ventilati disegni, dÈ
quali ci conviene informare il lettore. Nell'altra stanza, tutto era confusione.
A queste parole, Gertrude rimaneva come sbalordita.


5) Si mette prima del connettivo di una subordinata (sebbene, poiché, quando, etc.) o di una coordinata (ma, tuttavia, perciò, etc.) e alla fine della proposizione, se il periodo continua e non si interrompe con un punto o un punto e virgola.
Esempi:
Erano sempre stati grandi amici, nonostante la differenza d'età.
Non posso uscire, perché non sto bene.
Ti consiglio, per evitare il peggio,di tacere.
Ti ho telefonato, ma eri già uscita.


NB. Alcune subordinate, come le interrogative indirette o le proposizioni soggettive o oggettive, non sono separate dalla reggente con la virgola. Con le relative, la presenza o assenza della virgola può cambiare il senso del discorso.
Le determinative non usano la virgola; le appositive sì.

6) Si inserisce prima e dopo un inciso, che può essere costituito da una parola, un sintagma, un’intera frase e si inserisce all'interno di un'altra frase per rendere il racconto più dettagliato e accattivante.
Esempi:
Quel locale, dicono, è piuttosto malfamato.
Il cielo, coperto e grigio tutta la mattina, nel pomeriggio si rasserenò.


In alternativa, allo stesso scopo si possono utilizzare, con diverse sfumature, parentesi o lineette, conferendo maggiore (con le lineette) o minore (con le parentesi) evidenza all’espressione incidentale.

NB. Se in un discorso mettete un inciso, le virgole sono facoltative; ma se ne mettete una, dovete mettere anche l'altra.

CITAZIONE
IMPORTANTE!

La virgola non si deve mettere nei seguenti casi:
- tra soggetto e predicato (anche se intendiamo fare una pausa espressiva dopo il soggetto);
- tra predicato e complemento oggetto;
- tra il verbo essere e il suo aggettivo o nome;
- tra un nome e il suo aggettivo o l'avverbio;
- prima di quasi tutti i complementi introdotti dalle varie preposizioni (di, a, da, in, con, su, per, tra, fra).

Punto e virgola ( ; )

Il punto e virgola (punto acuto, punto coma) segnala una pausa intermedia tra il punto e la virgola e il suo uso spesso dipende da una scelta stilistica personale. A mio avviso, comunque, esso è uno strumento insostituibile perché, pur consentendo un certo distacco, richiama ancora la logica precedente, indicandone una variazione.

Si usa, in alternativa alla virgola, nelle enumerazioni e negli elenchi, quando i singoli elementi della lista sono sintagmi più o meno lunghi o intere frasi (soprattutto se contenenti altre virgole al proprio interno), in tal modo ne traggono vantaggio la leggibilità e la chiarezza del periodo e del testo.
Esempio: Torino era stata occupata senza lotta, come l'acqua sommerge un villaggio; tedeschi ossuti e verdi come ramarri presidiavano la stazione, le caserme; la gente andava e veniva stupita che nulla accadesse, nulla mutasse; non tumulti, non sangue per le vie;
solamente incessante, sommessa, sotterranea, la fiumana di scampati.


Si inserisce, in alternativa al punto fermo, per separare, all'interno di un periodo, proposizioni sintatticamente autonome, ma legate nel senso
Esempio: Nel buio, l'uomo scorse un bambino, alto e robusto per la sua età; una donna vestita malamente di stracci; una ragazzina che poteva avere sì e no quindici anni; e, infine, un vecchio, che pareva il diavolo in persona.

NB. Non è corretto utilizzarlo per separare una subordinata dalla reggente.


Due punti ( : )

I due punti (punto addoppiato, doppio, piccolo) avvertono che ciò che segue chiarisce, dimostra o illustra quanto è stato detto prima.
Di solito essi precedono:

1) Un vero e proprio elenco di oggetti, concetti e simili.
Esempi:
Edward legge di tutto: novelle, racconti, romanzi, saggi e anche fumetti.
Il pensiero dell’autore si articola in tre punti: espone anzitutto il suo giudizio sui matrimoni misti; riporta i dati ISTAT sul tema aggiornati al dicembre ’99; conclude valutando positivamente l’evoluzione in atto verso una società multietnica.



2) Un discorso diretto o una citazione.
Esempi:
Il rettore disse: “Ti chiami Dedalus, vero?”
Karl Jaspers scriveva:”Forse oggi il filosofo migliore è uno scienziato , che…”


3) Una precisazione, una spiegazione, un commento, un esempio e simili.
Esempi:
Sognava una sola cosa: viaggiare per il mondo.
Fu presa una decisione: la gita veniva rinviata.


4) Una proposizione coordinata o subordinata, in questo caso i due punti sostituiscono la congiunzione coordinante o subordinante.
Esempi:
Molte mani l’afferrano a un tempo: è in terra; si butta per aria il canovaccio che la copre; una tepida fragranza si diffonde all’intorno”.
Non vengo al cinema: sono troppo stanco (= perché sono troppo stanco)


NB. Non si devono usare i due punti tra il verbo e il suo complemento oggetto (o tra il verbo intransitivo o passivo e il soggetto), anche se questo è costituito da un elenco di oggetti o persone. In questi casi si dovrà dare come oggetto al verbo un termine di carattere generale e, dopo i due punti, enumerare un elenco di casi specifici.

CITAZIONE
IMPORTANTE!

I due punti non si devono mettere anche nelle seguenti occasioni:
- quando verbi come dire, chiedere, domandare non reggono un discorso diretto ma un nome o una frase;
- quando un elenco di complementi dipende direttamente dal verbo, perché i due punti non possono interrompere una frase;
- quando li si è già usati nella stessa frase.

Punto o punto fermo ( . )

Il punto (anticamente punto fermo, maggiore, stabile, finale o periodo) si usa per indicare una pausa forte che segnali un cambio di argomento o l'aggiunta di informazioni di altro tipo sullo stesso argomento. Si mette in fine di frase o periodo e, se indica uno stacco netto con la frase successiva, dopo il punto si va a capo.
Esempi:
Nel cielo passavano soltanto altissime nuvole bianche, aride come cotone, che volavano dritte e indifferenti come quelle che navigano sterilmente sopra i deserti.
Rai, ancora Rai. In Viale Mazzini ci sono sempre grandi problemi da risolvere. Ma abbondano anche i piccoli. Non si capisce mai se siano più rognosi i primi o i secondi.
Erano le due passate. La collina, oltre Po, scintillava. Faceva fresco, quasi freddo.


NB. E' una questione di stile la scelta di utilizzare frasi brevi separate dal punto o periodi complessi.
Solitamente, la frammentazione del periodo in frasi brevissime è frequente nella prosa giornalistica o – in alcuni casi – nei testi letterari.

Inoltre, si usa anche nelle abbreviazioni e nelle sigle, ma non nei simboli chimici, perché non sono abbreviazioni.
Esempi: etc. o ecc. (=eccetera), cfr. (=confronta), D.O.C. (Denominazione origine controllata), D.L. (Decreto Legge) e così via.

NB. Molte sigle d’uso comune, tuttavia, si scrivono ormai senza il punto dopo le singole abbreviazioni e solo con la prima lettera maiuscola, come Rai, Fiat, Coni, Unicef,


Punto interrogativo ( ? )

Il punto interrogativo o punto domandativo, si usa alla fine delle interrogative dirette, segnala pausa lunga e l'andamento intonativo ascendente della frase.
Esempi:
Via, che vuol che si dica in suo nome all’illustrissimo signor Don Rodrigo ?
Chi credi di essere?


NB. Inseriti tra parentesi, il punto interrogativo ed esclamativo si usano per segnalare una gaffe o attirare l’attenzione su un errore ritenuto riprovevole.


Punto esclamativo ( ! )

Il punto esclamativo (affettuoso, patetico, degli affetti, ammirativo) è impiegato dopo le interiezioni e alla fine di frasi che esprimono stupore, meraviglia o sorpresa; segnala una pausa lunga e l'andamento discendente della frase.

Di solito, come si può facilmente intuire, esso esprime diversi sentimenti e stati d’animo (stupore, contentezza, dolore, rammarico, entusiasmo).
Esempi:
Che bella giornata!
Come eravamo felici, da bambini!


Ma può anche indicare anche un comando, un'esortazione, un augurio, un’invocazione, una sfumatura ironica.
Esempi:
Oh! Suggerire a lei che sa di latino!”
Vieni qui subito! E impara a ubbidire!

Infine, non di rado, si usa anche dopo le interiezioni.
Esempi:
<i>Ahimè!
Uffa!
Cielo!


NB. Inseriti tra parentesi, il punto esclamativo e interrogativo si usano per segnalare una gaffe o attirare l’attenzione su un errore ritenuto riprovevole.


Tre puntini di sospensione ( … )

Sono un espediente grafico utile in diverse circostanze, in particolare si usano.

1) Per indicare che il discorso è lasciato in sospeso, per imbarazzo o reticenza.
Esempi:
Veramente, non saprei…
Fece, come per istinto, un grand’inchino, e disse: - se mi sapessero suggerire…
Lei m’ha da scusare: noi altri poveri non sappiamo parlar bene. Vorrei dunque sapere…


2) Per lasciare qualcosa sottinteso.
Esempio:
Uomo avvertito...lei c’intende.
Non vorrei dire, ma Irina…


3) Per creare un senso di attesa prima di una battuta.
Esempi:
Mi ha regalato… un anello di diamanti!
Ho aspettato per ore... invano!


4) Per cambiare discorso.
Esempi:
Ieri, mio padre… ma no, parliamo d’altro.
Stavo pensando che... ma tu che stavi dicendo?


5) Per introdurre una sfumatura di ironia o di sarcasmo.
Esempi:
Aspettavano tutti con entusiasmo… l’inizio della scuola.
Non vedevo l'ora... di andare dal dentista


NB. I puntini devono essere sempre e solo tre!


Virgolette ( “ )

Servono per segnalare un uso metaforico, ironico, improprio di un termine.

Di norma le virgolette si mettono per un discorso diretto o in una citazione. Ma sono ammesse, per la stessa funzione, anche le lineette.


Lineette ( – )

Di frequente si utilizzano per delimitare un inciso, al quale conferiscono maggiore evidenza rispetto alle parentesi o alle virgole.
Esempi:
– Lo conosco di vista, – disse Renzo.
– Bene, – continuò Agnese: – quello è una cima d’uomo.


II) Si possono usare, al posto delle virgolette, per indicare il discorso diretto nei dialoghi.
Esempi:
Vorrei che mi parlassi delle più importanti espressioni letterarie – romanzi, poesie e
testi teatrali – del secolo scorso.


Trattino ( - )

Il trattino unisce due parole accostate tra loro, che non formano una parola composta e conservano autonomo significato.
Esempi:
Piano-bar ;
vagone-letto ;
cane-poliziotto.


Talora (per esempio nelle titolazioni giornalistiche) il trattino posto tra due termini, sostituisce una preposizione o una congiunzione.
Esempi:
La partita Milan-Inter
L’incontro Governo-Sindacati / la guerra Iran-Iraq


NB. È consigliabile non abusare del trattino, coniando nuovi nessi che, ammessi nei titoli giornalistici per ragioni di spazio, risultano fastidiosi nello scritto.


La composizione della punteggiatura

Dopo un segno di punteggiatura occorre inserire uno spazio, non prima.

Le lineette devono essere distanziate sia prima che dopo l’inciso.

Le parentesi devono essere distanziate prima e dopo da ciò che le precede e segue, mentre vanno attaccate al loro contenuto.

Un’ultima raccomandazione sull'incontro tra diversi segni di punteggiatura: eventuali punti esclamativi o interrogativi vanno posti prima del segno di chiusura di parentesi, virgolette o trattino lungo, gli altri segni vanno posti dopo la parentesi chiusa: non vi parlerò a vuoto, ma vi porterò prove tangibili della mia innocenza. Per le virgolette e il trattino la posizione degli altri segni interpuntivi è meno rigida e può dipendere ancora una volta da singole scelte editoriali.


Per concludere questa breve digressione sul corretto uso della punteggiatura, mi piacerebbe citare ciò che Giacomo Leopardi scriveva nel 1820 a Pietro Giordani: "Io per me, sapendo che la chiarezza è il primo debito dello scrittore, non ho mai lodata l'avarizia de' segni, e vedo che spesse volte una sola virgola ben messa, dà luce a tutt'un periodo. Oltre che il tedio e la stanchezza del povero lettore che si sfiata a ogni pagina, quando anche non penasse a capire, nuoce ai più begli effetti di qualunque scrittura".

Edited by Maya Moony - 14/5/2013, 04:04
 
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